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RECENSIONI / Doppio Centenario: due vademecum targati “Meravigli”

RECENSIONI / Doppio Centenario: due vademecum targati “Meravigli”

“Storie e storie degli antichi borghi milanesi” di Edo Bricchetti e AAVV e, in contemporanea, “Almanacco milanese per l’anno 2023”

di Roberto Schena Michele

Lodevole iniziativa della casa editrice Meravigli nell’anno del doppio Centenario. Due pubblicazioni specifiche: un libro riassuntivo e un almanacco alquanto grazioso. Va detto subito: i volumi in grado di raccontare ad un tempo sia la storia dei Comuni aggregati nel 1923, sia delle loro decine di borghi, sono pochissimi.

C’è il testo di Riccardo Tammaro del 2014  “Antichi borghi della periferia milanese”, vedi il video QUI,  stampato in proprio, la prima vera trattazione specifica della settantina di borghi, da lui personalmente visitati e descritti e contati uno per uno in anni e anni, un piccolo volume con una visione di contesto ambientale uscito quando nessuno si accorgeva della loro esistenza.

Ancora prima, nel 1987 fu pubblicato “Milano fuori di mano”, di Luca Sarzi Amadè, con una simpatica prefazione breve di Enzo Jannacci, dove per la prima volta si parla diffusamente dei borghi antichi. Divenuto un po’ il testo di riferimento per tutti gli storici milanesi, ha un solo difetto: non citare una sola fonte.

Il terzo della serie può essere considerato l’appena uscito “Storie e storie degli antichi borghi milanesi” curato da Edo Bricchetti e pubblicato nel 2023 dalla Meravigli (19 Euro) in contemporanea ad “Almanacco milanese per l’anno 2023” (9,90 Euro), ambedue con l’intento di spingersi a coprire l’intero territorio milanese, o quasi.

Copertina del libro di Bricchetti

Per assolvere a tale compito, Brichetti ha chiamato in aiuto diversi collaboratori, giacché trattare di tutti i borghi milanesi, il cui numero si esprime nell’ordine delle molte decine, non è affatto uno sforzo da poco, occorrono molto impegno, dedizione e soprattutto tempo, oltre a una predisposizione verso il mestiere di storico e, cosa ancora più difficile, da divulgatore. In 220 pagine e con l’aiuto di una nuovissima mappa piuttosto ben ricostruita, da cui emergono subito all’occhio alcuni elementi interessanti: almeno la metà degli 11 comuni aggregati a Milano nel 1923 erano estesi quanto la Milano di allora, compresa nei bastioni spagnoli, oggi “Municipio 1”.

Analogamente, i Corpi Santi, comune unico aggregato nel 1873, mezzo secolo prima, erano estesi su una superficie grande 5 volte Milano. Certo, sia i Comuni, sia i Corpi Santi avevano molti meno abitanti, si trattava di località rurali ma spesso con una propria storia e con un proprio “arredo” artistico che non ha nulla da invidiare al centro storico compreso nelle Mura Spagnole. Anzi, i centri storici della Milano di oggi sono, come minimo, 13 e il libro di Bricchetti non lo nasconde di certo. A Nord si nota una concentrazione di piccoli Comuni (Crescenzago, Gorla, Precotto, Greco, Turro) spiegabile con il collegamento offerto dal naviglio Martesana, canale interamente ducale. A Sud, con gli altri due navigli non si è verificato lo stesso fenomeno, anzi, il loro unico Comune è riferibile esclusivamente ai Corpi Santi.

La mappa delle aggregazioni contenuta nel libro di Bricchetti. Nel 1923 Milano acquisisce oltre il doppio del suo territorio. La base cartografica della mappa è del 1923, mostra ancora estese aree rurali, rimaste tali fino agli anni del boom. Rispetto ai 181 Kmq di Milano, la superficie agricola ne occupa oggi 30.  I borghi più sono vicini a un’area agricola, meglio si notano. Cliccare per ingrandire

Brichetti riunisce in un testo divulgativo e sintetico la storia di 13 Comuni, la cui problematica in rapporto all’oggi è descritta da Walter Cherubini nella sua postfazione. Il libro offre una carrellata complessiva delle ricchezze storiche e artistiche di quella che oggi è la periferia milanese. Ne tramanda i racconti, evidenzia quanto i borghi milanesi costituiscono ricchezza di paesaggio per Milano, mostra le stratificazioni delle epoche, ragione del loro fascino. Le oltre 200 illustrazioni, almeno una per pagina, fanno vivere la narrazione illustrata del circondario urbano, una Signora Periferia, insomma, tanto che probabilmente è indegno chiamarla con questo nome. Raccontare di questi luoghi è raccontare dell’altra città, l’altra Milano, quella meno capita, soprattutto per pigrizia e svillaneggiata per mera speculazione.

L’altra iniziativa ammirevole delle Edizioni Meravigli è la pubblicazione di “Almanacco milanese 2023”, con l’idea originale di associare a ogni mese dell’anno uno degli ex Comuni aggregati nel 1923. Un almanacco, difatti, fin dai tempi degli arabi che l’hanno inventato mille anni fa, è un calendario di ogni giorno dell’anno concepito essenzialmente per istruire circa le fasi lunari, o il responso degli astri, suggerire consigli, descrivere località, compiere calcoli di navigazione, tutto sempre di livello culturale alto.

Il calendario delle Edizioni Meravigli è esattamente questo, c’è un racconto per ognuno dei vecchi comuni, chiamato “Storie, personaggi luoghi”,  associato a un racconto di Milano centro, dal 1923 ormai divenuta Grande Milano. Per esempio, Baggio, lettera B, capita nel mese di Febbraio: per “Storie, personaggi luoghi” si può leggere il racconto de “Il somaro sul Campanile”, di Roberto Rognoni, più una divertente favola che una leggenda, mentre per la parte milanese si legge “La leggenda del fantasma del Circolo Filologico Milanese”, di Rino Gualtieri. Per “Lùi”, luglio, mese associato a Lambrate, nella parte “Storie, personaggi luoghi”,  si parla di “Miralago, il gioiello di Lambrate”, di Gianni Zacevini, seguito da un ricordo dei Barbapedanna. E così via. Molto leggibile e rilassante, l’Almanacco è sicuramente un modo di tramandare il patrimonio letterario milanese, studiato per essere letto ai ragazzi, a scuola o prima di dormire, incuriosendo e divertendo innanzi tutto chi lo legge.

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